AXAKADAM – HABEAS CORPUS – a cura di Alan Marcheselli

 

“Habeas Corpus”, letteralmente "che tu abbia il corpo", è una locuzione latina utilizzata nei sistemi giuridici di common law, per indicare l'ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto.

 

“che tu abbia corpo” è un intimazione, un ordine, una condanna, un esporsi al giudizio. 

 

Al di là della forma giuridica; “Che tu abbia corpo” diventa un sinonimo di espressione artistica nelle immagini di Axakadam che immortala teatralmente il corpo della donna e allo stesso tempo nei riflessi, nelle esposizioni multiple e nelle contaminazioni dell’immagine leggiamo molto di più di quanto il nudo corpo riveli.

 

“Che tu abbia corpo” è un estratto da un life time project che Axakadam porta avanti da oltre 15 anni, realizzato interamente su pellicola Polaroid per banco ottico.

 

Le immagini esposte fanno parte della produzione 8X10” ovvero 20X25 cm. su pellicola Impossible, Polaroid Originals e Polaroid, realizzate dal 2012 ad oggi.

 

La scelta del Banco Ottico come strumento obbliga il fotografo ad un approccio estremamente cauto e meditativo, le immagini durante la fase di scatto vengono visualizzate con gli assi invertiti, ovvero l’alto diventa il basso e la sinistra diventa destra, rendendo la composizione e la narrativa un gioco di ingegno e percezione che Axakadam svolge con grande maestria.

 

 

 

“HABEAS CORPUS” inaugura l’8 Marzo alle ore 18,00 presso Foto galleria Paoletti, la data è scelta come omaggio al mondo femminile che Axakadam cerca di rappresentare nella sua fotografia.

 

AXAKADAM BIO

 

Mi chiamo Seçkin Erel, alias Axakadam. Nato a Istanbul, credo, intorno agli anni Sessanta, ora vivo a Strasburgo. Sono un avvocato di professione in un'organizzazione internazionale. Sono felicemente sposato con Laura, una donna fantastica che era ovviamente incosciente quando le ho chiesto la mano.

 

MANIFESTO

Non sono un uomo bravo con le parole, per questo seguo fortemente il detto "Un'immagine vale diecimila parole" popolarmente, ma forse erroneamente, attribuito a Confucio. Nel mio silenzio in questo nostro mondo patriarcale, mi sento come un vagabondo senza speranza che cerca di intravedere attraverso la macchina fotografica; una tensione dietro la pelle, un volto dietro un viso o una scintilla di femminilità dietro una inaccessibile tempesta. Dipendo completamente dalle mie modelle, muse e amiche per guidarmi nella loro infinita intuizione e riportarmi a riva sano e salvo.


 

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO:

Venerdì 08 Marzo  18,00–22,00 OPENING

Sabato 09 Marzo     10-12,30   14,30–20,00

Da Domenica  10 Marzo a Domenica 17 Marzo  10-12,30   14,30–18,30

 

 

 

Galleria Fotografia Paoletti - Strada Maggiore 14 - Bologna

Photogallery


PRESS